La nostra storia

Hockey Athletic Club Lugano dal 1927
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1927
Nascita dell’HACL

Sul finire del 1927 Demetrio Balestra ritornò da Zurigo, dove aveva portato a termine gli studi. Nella valigia, metaforicamente parlando, il giovane avvocato portò con sé un gioco ancora sconosciuto alle nostre latitudini: l’hockey su prato.

Il primo atto della storia dell’HAC Lugano si tenne il 12 dicembre di quell’anno al Ristorante delle Delizie, dove si incontrarono Otto Poretti, Ezio Bernasconi, Othmar Staffieri, Bruno Cavadini e “Giuvannin” Bernasconi, già fra i fondatori della sezione atletica del FC Lugano. La loro intenzione iniziale era appunto quella di fondare una società atletica. Erano pure presenti, oltre al già citato Balestra, anche Willy Jesinghaus, Aldo Ponti, Giovanni Bernardoni, Domenico Neuroni e Antonio Regolatti. Di questa prima assemblea esiste il verbale, che recita quanto segue: “I convenuti si riunirono allo scopo di fondare un club di atletismo …. Dopo ampia discussione si decide, su proposta del Dr. Ezio Bernasconi di introdurre il gioco dell’hockey come ramo principale, unitamente all’atletica leggera …. Questa decisione è presa all’unanimità. Si stabilisce tuttavia che la società si occuperà anche di tennis, di nuoto ed eventualmente di altri esercizi sportivi. La nuova associazione porterà il nome di Hockey Athletic Club, Lugano. Si procede alla nomina del comitato, che risulta così composto: Presidente: Dr. Ezio Bernasconi – Vice-Presidente: Avv. Demetrio Balestra – Segretario: Antonio Regolatti – Membri: Arch. Giovanni Bernasconi e Othmar Staffieri …”.

Solo nel corso della seconda riunione, una settimana più tardi, Balestra illustrò agli altri membri le regole di base dell’hockey. In quell’occasione la trentina di presenti approvò gli statuti della società e scelse i colori sociali: bianco e rosso. La grande avventura era cominciata.

1928
L’inizio dell’attività

L’attività vera e propria di quella che era dunque una polisportiva ebbe inizio solo nei mesi di febbraio e marzo del 1928. In quel periodo vennero gettate le basi per la pratica dell’hockey, dell’atletica leggera e del tennis.

Il primo corso di hockey su prato venne organizzato il 3 e 4 marzo sul terreno del liceo, sotto la direzione dell’allenatore del Grasshoppers Schenkmann. Anche le altre sezioni erano molto attive, come testimonia un articolo del Corriere del Ticino del 31 marzo: “l’iniziativa dell’Hockey Athletic Club di Lugano per una sezione femminile di tennis e nuoto è stata coronata da numerose adesioni ed oltre 30 signorine frequentano le riunioni di allenamento nella Palestra di Molino Nuovo, sotto la direzione di persone competenti in materia.” Già prima delle fine dell’anno, in seguito alla fondazione della Società Nuoto Lugano, si decise di abbandonare l’attività natatoria.

22 Aprile 1928
L’esordio della squadra di hockey

Ma concentriamoci sull’hockey: la prima partita in Ticino venne disputata il 22 aprile 1928 sul campo della Madonnetta e vide di fronte due formazioni dell’HAC Lugano. Vinse la squadra degli “attaccanti” per 4 a 3. Per il “battesimo del fuoco” si dovette però attendere il 17 maggio: avversario di turno lo Zurigo, sceso in Ticino per disputare un incontro amichevole.

Al Campo Marzio, su un terreno reso fangoso dalla pioggia, gli ospiti si imposero 6-1. La prima rete nella storia dell’HACL, che per l’occasione indossava una maglia azzurra, venne segnata da Ermidio Poretti nel finale. Prima dell’incontro il capitano zurighese offrì al suo omologo Gianni Pessina un gagliardetto con dedica in oro “HCZ dem HAC Lugano zu seinem ersten Spiel”.

Dopo essersi fatta conoscere sul campo, la nuova società mosse anche i suoi primi passi “politici”: il 30 giugno il presidente Ezio Bernasconi ed il vicepresidente Demetrio Balestra presero parte a Zurigo all’assemblea dei delegati della Federazione svizzera di hockey su prato. L’HAC Lugano venne ammesso quale nuovo membro e Balestra fu eletto nella commissione federale dei ricorsi.

15 luglio 1928
Il debutto nella Coppa Orientale

Il 15 luglio, sotto la guida di Othmar Staffieri e di Ruedi Rolff, un giocatore tedesco residente a Lugano, la squadra biancorossa cominciò gli allenamenti in vista dell’esordio nella Coppa Orientale di serie A. Nello stesso gruppo militavano le tre compagini della città sulla Limmat: Zurigo, Red Sox e Grasshoppers.

Il primo avversario dei luganesi furono proprio le cavallette, che detenevano il titolo nazionale. Si giocò il 9 settembre sul campo del Liceo e l’HAC Lugano scese in campo nella seguente formazione, la prima “ufficiale” nella storia del club: Sanvito, Balestra, Longhi, Morganti, Bernasconi, Cavadini, Alberti, Rolff, Staffieri, Poretti , Fontana. In ritardo di due gol per le reti segnate da Luchinger, i biancorossi riuscirono a strappare un insperato pareggio grazie ad Ermidio Poretti e Giovanni Bernasconi.

Dopo un incontro amichevole perso 4-0 in casa contro l’Olten , l’HAC Lugano effettuò la prima trasferta oltre San Gottardo il 14 ottobre, pareggiando 0 a 0 contro il Red Sox. Il primo compleanno della società venne festeggiato con un’altra amichevole: il 16 dicembre 1928 il Lugano venne sconfitto 2-0 dalla compagine basilese dell’Old Boys.

1929
La prima vittoria

La primavera del 1929 vide l’ HAC Lugano nuovamente impegnato in una serie di partite amichevoli e nella Coppa Orientale. Dopo tre sconfitte venne finalmente anche la tanto agognata prima vittoria, ottenuta per giunta contro la più prestigiosa delle squadre svizzere: il Grasshoppers. La partita, giocata sul terreno del liceo, era valida per la Coppa Orientale. Cavadini portò in vantaggio l’HAC Lugano nel primo tempo e Mario Poretti segnò il goal del raddoppio nella ripresa. Sul finire della partita le cavallette ridussero le distanze ma negli ultimi minuti Longhi e Balestra, armato di un bastone passato alla storia per le sue anormali dimensioni e la sua pesantezza, si rivelarono una diga insormontabile per gli attaccanti zurighesi.

Il 19 agosto l’HAC fece il suo esordio anche in campo atletico, partecipando ad una riunione organizzata dalla Sezione Atletica del FC Lugano. La squadra dell’HAC vinse la staffetta 10 x 80 metri, mentre il quartetto Schoch, Giovanni Bernasconi, Cavadini e Montorfani si classificò secondo nella 4 x 100 metri. Da parte sua Otto Poretti si classificò quarto sui 110 ostacoli.

1929/32
Si dissolvono le altre sezioni, rimane solo l’hockey

Alla fine del 1929 in seno alla società venne costituita una nuova sezione per la pratica dello sci, che andava così ad aggiungersi a hockey, tennis ed atletica. Una quindicina di soci ricevettero le prime lezioni da membri dello Sci Club Airolo, naturalmente ben più esperti dei nostri in fatto di neve. Il 23 febbraio 1930 l’assemblea generale elesse il giornalista Piero Beretta alla presidenza del club, mentre l’uscente Ezio Bernasconi venne nominato primo socio onorario della società.
La stagione 1931 si aprì nel migliore dei modi. Nel quadro del primo torneo pasquale l’HACL superò lo Young Fellows e il Basilea, aggiudicandosi così la sua prima vittoria in un torneo nazionale.

Nel mese di novembre Demetrio Balestra sostituì Piero Beretta, rimasto solo per breve tempo alla testa del sodalizio. Sotto la sua guida la società ricevette nuovi impulsi. Il 1932 fu infatti caratterizzato da una intensa attività propagandistica volta a far conoscere maggiormente l’hockey su prato in tutto il cantone.
A questo scopo venne disputato un incontro amichevole con l’Olten a Bellinzona. La partita, la prima mai giocata nella capitale cantonale, venne organizzata in collaborazione con l’AC Bellinzona.

A maggio, con la costituzione del Tennis Club Lido, e poiché anche la sezione di atletica era stata sciolta, rimasero a difendere i colori dell’HACL praticamente solo i pratisti. È questo il momento del cambiamento di rotta da parte del club, che dopo essere stato per qualche anno una polisportiva si specializzò nella pratica dell’hockey.
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29 maggio 1932
Una data storica

Il 29 maggio 1932 costituisce una data storica per lo sport ticinese: per la prima volta si svolse nel nostro cantone un incontro internazionale che oppose le nazionali di Svizzera e Ungheria. Il merito di averlo organizzato spetta all’HAC Lugano!

Per assicurarsi questa “prima” assoluta, il club dovette depositare una garanzia di 3'000.- (una bella somma a quei tempi!!). Fortunatamente l’iniziativa ebbe grande successo e all’incontro, disputato sul terreno del Campo Marzio, assistettero ben 2'500 spettatori. Ospite della nazionale svizzera fu quella ungherese. I magiari vennero battuti per 3-1.

1932/33
Gli “anni d’oro” dell’ HACL

La stagione 1932/33 non fu molto propizia. Alcuni giovani avevano fatto il loro esordio, affiancandosi a coloro che avevano costituito l’ossatura della squadra durante le prime stagioni. Dall’HC Locarno, da poco costituito, venne a Lugano Eichenberger. In amichevole l’HACL fece logicamente suo il primo derby della storia, ma la squadra sopracenerina offrì una valida resistenza, inchinandosi solo per 3-2.

Grazie alla vena realizzativa di Mario Poretti, i luganesi sconfissero in campionato Grasshoppers, Nordstern e Young Fellows, ma vennero sconfitti dallo Zurigo. “Mario” – come lo chiamavano familiarmente i tifosi – rifilò 2 gol in amichevole anche al portiere dello Jahn di Monaco. I tedeschi vinsero però per 3-2. Il finale di stagione fu meno positivo, con una sconfitta e due pareggi.
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Le annate dal 1934 al 1937 sono fra le più significative della storia del sodalizio. Sotto la guida di Balestra e del commissario tecnico Ettore Roncoroni, grazie alla classe di Mario Poretti ed alla costanza di Arnoldo Balmelli, del portiere Aldo Ponti, di Alfredo Cereda, dei fratelli Riccardo e Rodolfo Morganti e di Dinetto Montorfani, punti di forza della compagine biancorossa sin dai primi anni di vita, la squadra ottenne risultati più che lusinghieri, attirando su di sé l’attenzione del pubblico e della stampa.

Le imprese dei pratisti luganesi e le prodezze di Poretti crearono un ambiente entusiasta intorno all’HACL. I quotidiani e lo Sport Ticinese, fondato nel 1932, dedicarono ampio spazio alle partite della compagine biancorossa, sia in casa che in trasferta. Nella stagione 1934 esordì in serie A anche l’HC Locarno. Fu un esordio difficile, ma sul finire del campionato anche i locarnesi riuscirono a cogliere qualche successo. Il primo derby ticinese di campionato si svolse il 30 settembre a Locarno e fu vinto dal Lugano per 3 a 0, con reti di Boni, Zanetti e Gabutti.

Il 28 ottobre 1934 fu un’altra data memorabile per l’HAC. Sul terreno del Liceo i biancorossi inflissero allo Zurigo, in un incontro valido per il campionato svizzero, un clamoroso 7-0.

Il 1935 iniziò con una lunga serie di successi: vennero battuti nell’ordine il Grasshoppers per 5 a 2, il Racing Losanna per 4 a 1 e, in campionato, il Red Sox per 2 a 0, con 2 reti di Gabutti, il nuovo bomber della squadra. I biancorossi vinsero anche a Locarno malgrado il catenaccio inscenato dai padroni di casa. L’HACL era ormai in lizza per il primato di gruppo ma un’inspiegabile controprestazione contro lo Zurigo in trasferta compromise le sue possibilità di superare il Grasshoppers. A chiusura di una stagione veramente eccezionale l’ HAC fu sconfitto 3-1 dalle cavallette e terminò il campionato regionale della Svizzera Orientale al secondo posto.

Grazie alla vena realizzativa di Mario Poretti, i luganesi sconfissero in campionato Grasshoppers, Nordstern e Young Fellows, ma vennero sconfitti dallo Zurigo. “Mario” – come lo chiamavano familiarmente i tifosi – rifilò 2 gol in amichevole anche al portiere dello Jahn di Monaco. I tedeschi vinsero però per 3-2. Il finale di stagione fu meno positivo, con una sconfitta e due pareggi.
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7 Aprile 1935
Dino Montorfani, primo nazionale ticinese di hockey

Nelle file dell’HAC era andato affermandosi da diverso tempo Dino Montorfani, atleta polivalente e campione svizzero dei 400 ostacoli. “Dinetto“ debuttò in nazionale il 7 aprile 1935 contro la Germania a Lucerna. Per la cronaca, vinsero i tedeschi 2-0. Il Corriere del Ticino, nel suo commento alla partita, scrisse: “Montorfani ha esordito in squadra nazionale ottimamente. Quando fu servito ha fatto ottime cose ed è stato fra gli avanti sicuramente fra i migliori.” Una settimana dopo Montorfani scese in campo, nel ruolo di ala destra, anche nell’incontro Svizzera-Francia, organizzato al Campo Marzio dall’HACL. I rossocrociati si imposero per 3-2. L’ala dell’HACL difese i colori svizzeri anche al Torneo di Bruxelles in maggio, nel quale la Svizzera venne sconfitta per 1 a 0 dall’Olanda e dalla Francia e per 3 a 2 dalla Germania. Il suo esempio venne presto seguito da altri: l’anno seguente infatti esordirono in nazionale anche Gabutti, in campo contro l’Olanda a Lucerna, e Luzzani. Insieme a quest’ultimo fu convocato anche Frank, un nazionale giunto a Lugano da oltre Gottardo.

1936
Uno spagnolo nelle file dell’ HACL

Desideroso di confrontarsi con avversari d’altri paesi, l’HACL organizzò il 17 e 18 ottobre il suo terzo torneo internazionale (il primo, nel 1930, era stato vinto dall’Heidelberg , il secondo, nel 1934, dal Grasshoppers). La vittoria toccò al Wacker di Monaco che nella partita decisiva sconfisse i padroni di casa per 1 a 0.

In seguito i luganesi si recarono anche all’estero e presero parte ad un torneo a Salem in Germania, perdendo contro la squadra locale (4-2) e contro l’Ulm (5-2). In campionato, invece, i biancorossi venenro sconfitti per 4-1 dal Red Sox. Contro gli zurighesi fece il suo esordio nelle file luganesi il centromediano della nazionale spagnola Agosty, profugo suo malgrado, proveniente dal Real Polo Club Barcellona.

Nella sua breve permanenza a Lugano, Agosty avrebbe lasciato un’impronta duratura, sia come giocatore che come preparatore del vivaio del club. Non a caso quell’anno la prima squadra concluse il campionato al quarto posto, mentre gli juniori diedero al club grandi soddisfazioni, aggiudicandosi il campionato giovanile della Svizzera orientale. In finale a Baden sconfissero lo Zurigo per 4 a 1.

Guido Bustelli, che nel 1937 aveva preso il posto di Demetrio Balestra alla testa del sodalizio, in un articolo apparso sullo Sport Ticinese del 31 maggio rese omaggio così ai ragazzi ed al loro allenatore: “Miracolo? No, ma la fortuna di avere con noi Agosty, il maestro, l’appassionato istruttore che ha fatto di questi fanciulli degli entusiasti hockeisti e delle sicure promesse per il futuro. Così sono venuti gli juniores a rafforzare la fede dei più anziani della prima squadra ed a stimolarli: a dar impulso alla creazione delle riserve. Sono frugoli di 12-13 anni, ragazzoni fra i 15 ed i 18 che 4 mesi or sono non sapevano tenere in mano il bastone e che ieri hanno vinto il campionato della Svizzera orientale…”. La stagione seguente Agosty lasciò Lugano, ma i risultati del suo lavoro si fecero ancora notare: l’HACL si qualificò per le semifinali di Coppa, dove venne battuto solo ai supplementari dai pluricampioni svizzeri dello Stade Losanna. I punti di forza, ancora una volta, furono M. Poretti ed i nazionali Luzzani e Frank, che quell’anno vestirono la maglia rossocrociata al torneo internazionale di Parigi.
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1938/1939
I problemi finanziari e la seconda guerra mondiale

Nel corso della stagione 1938/39 il club venne a trovarsi per la prima volta in serie difficoltà finanziarie, al punto che quando si trattò di effettuare le trasferte oltre San Gottardo il cassiere dovette constatare che le casse erano desolatamente vuote. La direzione decise allora di ritirarsi dal campionato, ma i giocatori respinsero l’idea: pur di continuare a giocare pagarono le spese di viaggio di tasca propria. Per ridurre il numero di trasferte ottennero dalla federazione il permesso di giocare 2 partite in un solo giorno: a Zurigo, in una giornata memorabile, i biancorossi pareggiarono il mattino contro il Racing e sconfissero nel pomeriggio lo Zurigo. Per giungere in orario sul campo, la squadra viaggiò addirittura di notte. A testimonianza delle difficoltà con cui si trovava confrontato il club, l’ultima trasferta di campionato fu effettuata da soli dieci giocatori, che riuscirono comunque ad imporre al Red Sox la divisione della posta. Quelli compiuti in quella stagione “eroica” sono exploit rimasti negli annali dell’hockey svizzero.

La lunga pausa invernale sistemò le cose dal punto di vista finanziario. La squadra, orfana di Luzzani, trasferitosi a Basilea, si presentò regolarmente in campo alla ripresa del campionato. La mobilitazione generale, il 1. settembre 1939, mise però fine ad ogni attività hockeistica in Ticino. Malgrado le difficoltà imposte dalla guerra che imperversava in tutto il continente, l’HACL riuscì ad organizzare nuovamente un incontro internazionale: il 23 maggio 1942 la Svizzera sconfisse 2-1 l’Italia. Nelle fila dei rossocrociati giocò anche Gabutti, che nel frattempo si era trasferito a Lucerna. Gli azzurri si presero poi la rivincita due settimane dopo a Modena.

1943/52
La rinascita dell’HACL ha un nome: Enzio Pelloni

Gli anni bui del conflitto mondiale non erano ancora trascorsi quando l’8 aprile 1943 apparve sul Corriere del Ticino la seguente notizia: “Domenica 11.4.1943 incominciano in Svizzera le partite di campionato di hockey su prato. Dopo il ritiro del Lugano dalla Serie A il Ticino non è più rappresentato nella massima categoria, mentre nella II divisione è entrato l‘HC Bellinzona”.

L’HACL si era dunque provvisoriamente congedato dalla scena nazionale. La mobilitazione e la conseguente interruzione dell’attività avevano forse mandato in letargo il club, che impiegò lunghi anni a svegliarsi completamente dal suo torpore, interrotto solo saltuariamente dalla disputa di incontri amichevoli.

La rinascita del movimento hockeistico ticinese è stata ben sintetizzata da Enzio Pelloni, che nel libro del 50esimo scrisse:
“La costruzione della Biblioteca Cantonale - iniziata nel 1939 e portata a termine nel 1942 - doveva precludere definitivamente al club il piazzale del liceo quale terreno da giuoco. Durante il periodo bellico, cessata l'attività regolare di campionato, il club partecipò sporadicamente ad alcuni tornei nella Svizzera interna. Dalla presidenza di Guido Bustelli, che era subentrato a Demetrio Balestra, si passò a quella di Ettore Roncoroni. Passò circa un decennio prima che l‘HAC Lugano potesse riprendere l’attività sportiva regolare. Con la fine del conflitto mondiale la Città mise in cantiere il nuovo Stadio di Cornaredo in sostituzione del vetusto e sorpassato Campo Marzio. Nei prati della Gerra, a sud dell’attuale piazzale di posteggio, si costruì il campo per l’hockey e per l’atletica. Ed ecco allora riunirsi nella sede del Bar Golf nel gennaio del 1952 – nuovamente dopo tanti anni - l’assemblea che designò la nuova direzione”.

“L’HAC Lugano risorge”, titolò un quotidiano dell’epoca dopo la riunione, nel corso della quale il dottor Pelloni venne eletto alla presidenza della società, mentre Guido Bustelli divenne vicepresidente. La conduzione tecnica della squadra fu affidata a Mario Poretti, cui la lunga inattività non aveva tolto, come vedremo, la voglia di giocare. L’attività riprese in primavera, parallelamente al reclutamento delle indispensabili nuove leve.
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1952
Si gioca a Cornaredo

Il Lugano riprese allora il posto in serie A che gli spettava di diritto. Il primo incontro dopo la rinascita venne disputato a Zurigo il 28 settembre 1952. I biancorossi imposero il pareggio 1-1 al Grasshoppers. In campo scesero Ivo Molina, Livio Balmelli, Gusti Foletti, Pio Domeniconi, Arnoldo Balmelli, Mario Alberti, Alberto Cavadini, l’ormai quarantanovenne Mario Poretti, Leo Bernasconi, Marcello Urech, Carlo Zanetti ed Eligio Boni.

In seguito all’introduzione della nuova formula di campionato, si ritrovò poi addirittura in serie C, ma bastò un biennio per risalire fino all’élite nazionale. In serie A il Lugano rimase altri due anni prima di ridiscendere in B. Anche se i risultati non erano brillanti quanto quelli ottenuti prima della mobilitazione, forse perché la concorrenza si era fatta più agguerrita, in quel periodo il club vide crescere sensibilmente il numero di giocatori tesserati. A partire dalla stagione 1967/68 vennero così allineate due squadre in campionato. Cinque anni dopo fece la sua ricomparsa anche la squadra juniori. Un ulteriore segnale della buona salute di cui godeva l’HACL è la pubblicazione del primo bollettino sociale, uscito nel 1966.
Come prima della guerra, i luganesi non si accontentarono però di disputare il campionato, ma continuarono ad acquisire nuove esperienze partecipando a numerosi tornei, sia in Svizzera che all’estero. Il club organizzò a sua volta a scadenze regolari tornei di Pasqua e di Pentecoste, in particolare in occasione del 35esimo e del 40esimo anniversario della fondazione della società. Furono quelle occasioni per vedere all’opera a Cornaredo squadre germaniche ed italiane di notevole valore.
Nel 1968 venne introdotta anche in riva al Ceresio la pratica dell’hockey indoor durante la pausa invernale. L’HACL non tardò a farsi onore, ottenendo piazzamenti di prestigio nei tornei di Lucerna, Zurigo, Wettingen, Roma e soprattutto Genova. Si può quindi parlare ancora una volta di anni d’oro, durante i quali il club approfittò degli insegnamenti di Werner “Mudo” Bernet, Hansruedi Straub, che portò in Ticino l’hockey indoor, e Walter Egloff.

1981
Vincitore della Coppa Svizzera

Qualcosa di importante comunque i luganesi lo ottennero. Il 1981 fu un anno memorabile per la storia dell’ HACL. Dopo aver eliminato l’ HC Olten nei quarti, con due rigori parati da Borioli, e il Basilea in semifinale con un rigore parato da Ghezzi, il 15 novembre la squadra biancorossa, capitanata da Edo Bernasconi conquistò la Coppa Svizzera battendo a Cornaredo il Grasshoppers per 3 a 0. Raffaele Pelloni segnò 2 reti, Wälti una. La squadra era composta da: Ghezzi, R. Pelloni, Citterio, Carattini I, Pagani, Egloff, Cometta, Busslinger, Pelloni F., Bernasconi e Wälti (Neuroni, Meroni, Borioli, Guscetti). Fu un anno di grandi successi sportivi per la città di Lugano (hockey su prato, su ghiaccio e basket), che culminò con un grande ricevimento offerto dalle autorità comunali. L’HAC Lugano inoltre si vide assegnare il ”Trofeo Rentenanstalt-Giornale del Popolo” per il miglior risultato sportivo del mese di novembre. Quello fu e resta tuttora il risultato più importante raggiunto dalla società. Quella squadra fortissima, con in campo ben 3 nazionali (Wälti, Busslinger e R. Pelloni), avrebbe sicuramente meritato, in quei cinque anni di presenza nell’élite dell’hockey su prato, anche il titolo di campione svizzero.

Purtroppo invece la situazione precipitò nella stagione 1984. Un po’ logora dopo più di un decennio di sforzi e senza una sezione giovanile che potesse fornire i dovuti rincalzi, la squadra lentamente cominciò a sciogliersi. Gli impegni universitari di molti, quelli professionali di altri e un certo calo di motivazione fecero sì che nella stagione 1984 il Lugano venisse retrocesso in LNB. Dopo un ultimo sussulto nel 1987, quando venne disputata e persa contro il Servette la finale per l’ascesa in serie A, cominciarono gli anni difficili. Con l’abbandono di Walter Egloff, che dopo quasi 15 anni di duro lavoro decise di lasciare il posto di allenatore-giocatore, si chiuse un ciclo molto felice ma che purtroppo non fu sfruttato per creare delle basi più solide per il club.
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1989
Gli anni difficili

Una sezione giovanile inesistente e un ambiente societario decisamente dimesso erano quello che i dirigenti di allora si ritrovarono fra le mani. A questo si aggiungeva un campo da gioco che andava vieppiù deteriorandosi e non rispondeva più alle crescenti esigenze dello sport, che stava lentamente trasferendosi sui terreni sintetici.

Ancora una volta e a dimostrazione della vitalità e della forza del sodalizio, i pochi rimasti si rimboccarono le mani e cercarono il difficile rilancio. Giovanni Gianini, il presidente della vittoria in coppa svizzera, cedette la presidenza a Michele Ghezzi nel 1989. Daniele Giudici e Alfonso Foglia si misero a disposizione per ricreare la sezione giovanile, mentre i giocatori rimasti e le (poche) giovani leve di allora, sotto la direzione di Francesco Borioli, lottarono per mantenere anno dopo anno il posto in LNB.

1989
Il titolo nazionale giovanile

I primi risultati di questi sforzi giunsero proprio dalla sezione giovanile, che nel 1989 conquistò il titolo svizzero assoluto nella categoria juniori B. Mentre la prima squadra continuava a mantenere il suo posto nella lega cadetta alcuni giovani stavano crescendo, dando nuovi stimoli al comitato allora in carica. Il portiere Rombolotto, il futuro nazionale Claudio Bizzozero, Davide Ferretti, tanto per citare quelli che tuttora fanno parte della prima squadra, erano alcuni degli elementi più validi di un gruppetto ben diretto da Alfonso.
Quello della superficie di gioco diveniva invece un problema sempre più preoccupante. In Svizzera l’obbligatorietà dei campi sintetici in LNA divenne realtà nel 1993, mentre a Lugano le discussioni avviate già nei primi anni ottanta non portavano risultati concreti.
Dal lato agonistico le cose cominciarono comunque a migliorare. A Lugano arrivarono per motivi di lavoro due olandesi, Rolf Walter e Jacques Magis, che subentrarono all’inossidabile Checo nella conduzione della prima squadra, rinforzando l’effettivo con la loro presenza e alzando decisamente l’impegno richiesto a tutti. Chi li ha conosciuti si ricorderà a lungo dei loro massacranti allenamenti consacrati in gran parte alla condizione fisica.
Nel 1994 ecco un nuovo colpo di fortuna, con l’arrivo sulle rive del Ceresio per motivi professionali e “sentimentali” di Luigi Broggini, allora allenatore dell’HC Milano. Gigi si avvicina al nostro club e dopo un anno di “osservazione”, su invito del presidente Ghezzi, accetta di divenire il nuovo allenatore dell’HAC Lugano.
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Anni '90
In rotta verso il 75mo

Con una persona che “sogna” hockey su prato in ogni scampolo di tempo libero il sodalizo biancorosso poteva finalmente cominciare a vedere un po’ più rosa il futuro e a gettare le basi per nuovi traguardi. La sezione giovanile, di nuovo ridotta all’osso a causa della concorrenza spietata di nuovi sport e soprattutto delle condizioni del campo da gioco, veniva affidata ad Ursula Borioli-Wunderlin. Si ricominciava così a reclutare forze nuove e a disputare campionati e tornei nazionali. Di quel periodo va ricordata una memorabile trasferta in quel di Eindhoven per l’annuale torneo internazionale di Pasqua.

Con Luigi Broggini ogni giocatore ebbe modo di migliorare ed affinare le proprie qualità e di cominciare a familiarizzare con le tecniche di gioco tipiche dei terreni sintetici. Anno dopo anno l’HAC Lugano poté contare sull’apporto di giocatori stranieri che andavano a rinforzare un gruppetto molto “corto”. I vari Jan Nielsen, nazionale danese ed ex allenatore-giocatore del Lucerna, l’inglese Chris Archer, Massimo Broggini, l’olandese Markus Zumpolle apportarono l’entusiasmo e l’esperienza necessaria per mantenere vivo l’interesse nel nostro sport.

1999
L’arrivo del sintetico

Rimaneva il problema del campo sintetico, che non faceva dormire sonni tranquilli al presidente Ghezzi. Dopo anni di “battaglia” però, nel 1997 Ghezzi vide i suoi sogni realizzarsi. In quell’anno il Municipio e il Consiglio comunale di Lugano stanziarono il credito per la costruzione di un campo sintetico nella zona di Cornaredo e le prospettive per l’HAC Lugano cambiarono radicalmente. I lavori cominciarono nell’estate del 1998 e vennero portati a termine nel gennaio 1999.
Il rovescio della medaglia sarà la retrocessione in prima lega a causa della indisponibilità, per diversi mesi, di un campo d’allenamento. Ma ormai il morale del comitato era alto e la motivazione di tutti ricominciò di nuovo a crescere.
Nell’estate 1999 l’infrastruttura venne inaugurata con una partita internazionale che vide sfidarsi davanti a ben 450 spettatori la nazionale della Svizzera, nelle cui fila militava Claudio Bizzozero, e la superpotenza Pakistan. In una giornata baciata dal sole i pakistani si imposero per 6 a 3.
Un anno dopo Broggini riportò la prima squadra in LNB. L’anno successivo venne addirittura disputato il girone per l’ascesa in LNA. La sezione giovanile, grazie all’organizzazione di giornate dimostrative, vide il suo effettivo aumentare regolarmente fino a raggiungere le 35 unità.
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2002
Il 75mo compleanno

Giocatori che hanno fatto parte della storia del club, come Peter Sutter, Walter Egloff, Andy Wälti e Kurt Busslinger parteciparono alla festa al ristorante Parco Maraini con cui il club nel 2002 festeggiò il suo 75mo compleanno, un traguardo al quale la società si presentò in salute, con un settore giovanile florido e la prima squadra in quel momento in vetta alla classifica di Serie B dopo il girone di andata.
L’altro momento topico dell’anniversario furono le doppie sfide fra Svizzera e Italia che l’HAC Lugano organizzò il 27 e 28 aprile. In campo femminile la giovanissima compagine rossocrociata venne sconfitta due volte per 2-0, mentre in campo maschile la Svizzera ottenne un successo per 2-1 e venne sconfitta il giorno dopo per 5-3 malgrado una rete di Claudio Bizzozero, in campo con la maglia elvetica insieme a un secondo prodotto del nostro vivaio, Enrico Albonico.

2003
Promozione in serie A e nascita della squadra femminile

A un 2002 riuscito seguì un 2003 non meno degno di figurare negli annali, perché dopo quasi 20 anni la prima squadra fece ritorno in serie A grazie al successo nell’ultima giornata per 2-1 sul campo del Rotweiss 2. Segnarono Marzio Martinetti e, sugli sviluppi di un corner corto a due minuti dalla fine, l’immancabile Claudio Bizzozero. Nella squadra di Gigi Broggini – assente purtroppo per lui proprio nel giorno più bello quando in panchina sedette Ivano Carattini – c’erano anche il già citato Enrico Albonico, i futuri presidenti Davide Ferretti e Daniele Ferrario, Boris Rombolotto, Gianmarco Bianchini, Mattia Wolff, Stefano Pongan, Gianluca Morosoli, Sladjan Stojanovic, Luca Franceschi,… tutti figli di un ultimo decennio felice per la sezione juniores. A fine campionato la classifica recitava 35 punti in 14 partite, con una sola sconfitta, 49 gol fatti e appena 18 subiti.
Lo stesso anno verrà ricordato anche per l’esordio ufficiale di una squadra femminile dell’HAC Lugano, in un torneo indoor a Burgdorf. Un’altra delle sfide vinte da Broggini, che riuscì a riunire un piccolo gruppo costruito sull’esperienza di Ursula Wunderlin-Borioli e sull’entusiasmo di alcune giovani fra cui Monica Reggiani, che arrivò in seguito alla maglia rossocrociata e Sladjana Stojanovic futura membra di comitato. E ancora Julia Traversari, Céline Perruchoud, Anouk Seleski, Mafalda Gunther,.. Il primo gol non poteva che segnarlo però Francesca Lepori, che nel 1990 aveva fatto parte della squadra vincitrice del titolo svizzero juniores B.
Il miglior hockey sul campo di Cornaredo lo si vide però dal 10 al 13 aprile, quando, grazie a un encomiabile lavoro organizzativo per permettere l’arrivo in Ticino di 150 persone, Lugano ospitò la Coppa delle Alpi, torneo internazionale con sei squadre: Cechia, Austria, Croazia, Francia, Italia e Svizzera. Il torneo lo vinse la Cechia, 4-2 in finale sui francesi, e la Svizzera (ancora una volta con Claudio Bizzozero) fu terza.
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2004
Anno dei cambiamenti

È con queste parole che Michele Ghezzi lo definiva nel bollettino sociale dell’anno seguente: l’entrata di nuovi membri in comitato (Gianmarco Bianchini, Davide Ferretti e Mattia Wolff), nuovi allenatori per il settore giovanile e una migliore organizzazione del lavoro dovevano gettare le basi per un futuro più solido. Fu lanciato anche il progetto “hockey su prato nelle scuole”, un doposcuola per reclutare nuove leve che dopo qualche anno di rodaggio avrebbe iniziato a dare i suoi frutti. Dal profilo agonistico, invece, l’avventura in serie A durò poco: una rosa rivoluzionata, senza l’esperienza di Ferrario e con Broggini solo in panchina, contribuì a far emergere in modo evidente il divario fra la B dominata un anno prima e la massima categoria. Non bastò l’arrivo di una giovane “colonia” olandese. Bilancio finale: 4 punti soltanto e un girone di ritorno trasformatosi in calvario. In compenso la squadra femminile si iscrisse anche al campionato su prato.
Di quegli anni vanno citati i passaggi a Lugano anche di due argentini, Gabriel Roses, formidabile attaccante rimasto purtroppo troppo poco… in rosa, e Marcelo Ronchetti, allenatore per due periodi, il secondo dei quali nella stagione 2006-2007.
Per la prima squadra fu l’inizio di diverse stagioni che si potrebbero definire di transizione e da metà classifica, con Claudio Bizzozero ed Enrico Albonico emigrati sportivamente verso lidi più attraenti e la rosa un po’ “porto di mare”: arrivi e partenze si susseguirono, con l’australiano Nick Gleeson, l’argentino Federico Varrone e l’austriaco Michael Grassberger fra le presenze straniere più assidue, e nel 2008 l’arrivo da Berna di Andi Tschudin, ma il livello delle prestazioni rimase molto altalenante e il posizionamento regolarmente nella fascia medio-bassa della serie B. Il 27 e 28 agosto 2006, alla quinta edizione, il club iscrisse comunque per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro nel torneo di casa, precedendo COR Cannes e CUS Genova. In rosa intanto incominciarono a essere inseriti nuovi giovani, come Tommaso Blondel, Sandro Marcon e i primi dei quattro fratelli Vanoni.
Nel contempo, la femminile si tolse qualche soddisfazione, vincendo il 6 febbraio 2006 il campionato di Prima Lega indoor e conquistando così la sua prima promozione. Ma l’anno dopo dovette abbandonare le competizioni su prato, per l’insufficiente numero di giocatrici a disposizione, e in seguito anche l’indoor per il medesimo motivo.
A conferma del lavoro svolto a livello giovanile negli ultimi anni, a quasi 20 anni di distanza da quello storico del 1990, nel 2007-2008 l’HAC Lugano tornò a vincere un titolo nazionale giovanile, quello degli juniori B standard su prato. E l’inverno seguente arrivò anche quello dei C standard indoor. Nel frattempo, era nata per la prima volta anche una squadra di juniori D, i più piccolini, affidati all’argentina Cristina Garcia.

2011
Michele Ghezzi ai saluti, Daniele Ferrario presidente

Il 2011 è stato l’anno del cambio della guardia alla presidenza: dopo 20 anni (22 in comitato) Michele Ghezzi ha passato le redini del club a Daniele Ferrario. A lui il merito indiscusso di aver modernizzato la società e la sua organizzazione, allargando la base di quanti sono chiamati a svolgere un ruolo per assicurarne il buon funzionamento. Dal profilo sportivo si stavano ancora gettando le basi degli anni positivi che sarebbero seguiti per la prima squadra, che quell’anno conquistò la terza promozione consecutiva in palestra, ritrovando la serie B che mancava da un ventennio e confermando il proprio posto a più riprese, ma restò ancorata alla medio-bassa classifica su prato.
Nel primo mandato triennale di Ferrario presidente, quello in cui il club ha festeggiato gli 85 anni, il progetto scuola portato avanti caparbiamente da Mike Campana, nuovo factotum del settore giovanile, cominciò ad ottenere i primi riconoscimenti, la squadra femminile risorse (rivincendo la Prima Lega indoor) e la Città procedette alla sostituzione del campo sintetico di Cornaredo.
La festa dell’85mo fu particolarmente memorabile: ben 110 partecipanti, dai ragazzini agli ultraottantenni tutti uniti in nome dell’hockey navigando su un battello sulle acque del Ceresio. C’erano quattro dei cinque presidenti ancora in vita e Angelo Jelmini a rappresentare le autorità.
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2014
Il ritorno in serie A

La fase di transizione della prima squadra era destinata a concludersi bruscamente, in positivo, nel 2014. Certo i problemi della rosa non erano del tutto risolti, con alcuni “veterani” ritornati in attività per completare l’organico e la necessità di ricorrere a qualche rinforzo da oltre frontiera, ma l’investimento nell’argentino Lucas Vega si rivelò a dir poco pagante. Un anno dopo aver rischiato la retrocessione dopo un girone di andata disastroso, i biancorossi dominarono la fase autunnale del campionato, conclusa con sei punti di vantaggio. La classe di Vega contribuì a difendere ed estendere questo margine nel girone di ritorno e così la prima squadra in giugno riuscì a festeggiare la promozione, con un margine di nove lunghezze sulla seconda classificata.
Da anni le neopromosse venivano “sbranate” come agnellini dalle veterane della massima categoria, ma la squadra di Luigi Broggini l’anno seguente fece ben altro. Con un secondo argentino a disposizione, il difensore Andres Aliberti, pure prolifico marcatore su corner corto, concluse l’andata a metà classifica con 9 punti e si qualificò per il final four di Coppa Svizzera del 2015 anche – va detto – grazie a un sorteggio fortunato.

2015
Il final four di Coppa Svizzera

Il club si propose per organizzare l’evento a Cornaredo, dove nel primo fine settimana di maggio scesero in campo così otto squadre, quattro femminili e altrettante maschile. Uno sforzo non indifferente per la società, furono realizzate anche tribune provvisorie e sul nostro campo sintetico si presentò anche la televisione. Il sogno di aggiungere un secondo trofeo a quello vinto nel 1981 tuttavia si infranse già in semifinale ai supplementari contro l’abbordabile Lucerna, davanti a 400 spettatori e nonostante la presenza di un terzo argentino, Abel Davi.
La stagione fu comunque molto positiva: la prima squadra salvò il posto in serie A, piazzandosi sesta a soli tre punti dai playoff e imponendosi poi sullo Stade Losanna nei playout, malgrado qualche patema di troppo dopo aver vinto l’andata in trasferta.
Nel contempo, anche a livello giovanile il club stava vivendo una fase positiva grazie alla gestione di Mike Campana: in quegli anni venne toccato un primato, con un’ottantina di ragazzi nelle varie categorie juniores, tanto che la Federazione svizzera nominò l’HACL presso quella europea per il premio di club dell’anno nella categoria dei piccoli club.
Fu più difficile l’inizio del 2016. La prima squadra giocò un girone di ritorno deludente e arrivò scarica ai playout, mancando la salvezza. Conservò però il posto in A per la rinuncia alla promozione da parte della vincitrice del campionato cadetto. Da un momento di difficoltà, però, seppe riprendersi molto rapidamente: con il ritorno di Lucas Vega e i connazionali Agustin Ceballos e Juampi Agudo iniziò il campionato seguente alla grande, concludendo il girone di andata al secondo posto dietro alla corazzata Rotweiss Wettingen.
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2017
L'anno del 90mo

La primavera fu meno felice, ma sette punti in altrettante sfide bastarono per il quarto rango. Il 2017 – l’anno del 90mo festeggiato alla presenza delle autorità cittadine in vetta San Salvatore – fu così un anno di soddisfazioni sportive. I biancorossi giocarono per la prima e unica volta nella loro storia i playoff, dove vennero battuti in due partite dal Rotweiss, ma vendendo cara la pelle. Persa l’andata 4-2, al ritorno sul 2-2 beneficiarono di un rigore che se trasformato avrebbe riaperto il discorso della qualificazione alla finale. Persa quell’occasione, finì con l’unico pareggio conseguito contro la miglior squadra svizzera in quegli anni di permanenza nella massima categoria, che stavano per concludersi. Il risultato di prestigio della prima squadra fece il paio con i due titoli nazionali, indoor e su prato, conquistati nella medesima stagione dalla compagine degli U17 nella categoria challenge.
Gli sforzi per mantenere la prima squadra in serie A ebbero purtroppo conseguenze sulle finanze del club, complice l’erosione dei contributi esterni. Il tramonto di quell’esperienza arrivò così un anno dopo: ridotti i costi e giocata una stagione a dir poco complicata, la squadra retrocesse e il comitato decise una nuova ripartenza scendendo di un’ulteriore categoria, in Prima lega, promuovendo in blocco gli U18 usciti dal fiore all’occhiello del club, il settore giovanile diretto da Mike Campana.
Una scommessa vinta: la giovane prima squadra di Luigi Broggini vinse il campionato di Prima lega… ritrovandosi in Serie A grazie alla riorganizzazione del campionato voluta dalla Federazione, con una A Master e una A Challenge e promozione e retrocessioni dopo ogni girone, quindi anche a metà stagione.

2020..
Verso il centenario

Nel 2020 Daniele Ferrario ha lasciato la presidenza a Davide Ferretti. Fra alti, bassi… e interruzioni dovute alla pandemia, che nella primavera del 2020 ha fermato l’attività, andata poi avanti a singhiozzo per un anno a mezzo, è questa la situazione nella quale il club si è presentato al 95mo compleanno. A livello femminile, una squadra amatoriale partecipa annualmente a tornei internazionali, il settore giovanile rimane solido e ha prodotto un giovane di grande talento: Tommaso Capellano che, nel gennaio 2023, ha vinto la medaglia d’argento agli Europei indoor Under 21 con la maglia della nazionale svizzera. La prima medaglia internazionale per un giocatore biancorosso.
La prima squadra, dal canto suo, è stabilmente in A Challenge e ha conquistato la promozione in LNB in indoor, da dove il club mancava da diversi anni.
Si comincia inoltre a lavorare per festeggiare degnamente il grande traguardo del centenario: un comitato ad hoc è stato costituito per preparare l’evento..
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Dati in breve

Anno di fondazione: 1927

I Presidenti:
1927-1929 Dr. Ezio Bernasocni

1930-1931 Piero Beretta

1931-1937 Avv. Demetrio Balestra

1937-1940 Guido Bustelli

1940-1951 Ettore Roncoroni

1952-1974 Dr. Enzio Pelloni

1974-1975 Ferdinando Casellini

1975-1977 Danilo Robbiani

1977-1978 Dr. Pier Luigi Bianchi

1978-1979 Franchino Agostini

1979-1988 Giovanni Gianini

1989-2011 Michele Ghezzi

2011-2020 Daniele Ferrario

dal 2020 Davide Ferretti

I Nazionali HAC Lugano

Mario Poretti

Dino Montorfani

Aldo Ponti, portiere

Josef Frank

Walter Gabutti

Giancarlo Luzzani

Hans Rudolf Straub

Elwin Friedrich

Kurt Locher

Walter Egloff

Francesco Borioli

Raffaele Pelloni

Stefano Cometta

Kurt Busslinger

Andy Wälti

Claudio Bizzozzero

Enrico Albonico

Libro d'oro

Avv. Demetrio Balestra

Dr. Ezio Bernasconi

Dr. Enzio Pelloni

Carlo Zanetti

Giovanni Gianini

Michele Ghezzi - Presidente Onorario

Francesco Borioli

Edo Gobbi